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Dal 29 al 31 maggio 2025 si svolge a Bologna il Congresso Nazionale della Società Italiana di Telemedicina: un'occasione cruciale per discutere il futuro della sanità digitale in Italia, mentre in Sicilia si evidenziano gravi ritardi nell'adozione delle tecnologie sanitarie.
Bologna diventa così il centro del dibattito nazionale sulla sanità digitale con il Convegno Nazionale promosso dalla Società Italiana di Telemedicina (SIT), dal titolo "Telemedicina oggi: strumento per il buon governo della sanità tecnologica". L'evento si terrà presso il prestigioso Palazzo dei Congressi in Piazza Costituzione, riunendo i maggiori esperti del settore sanitario, accademico e tecnologico per un confronto ad alto livello sulle potenzialità e le sfide della telemedicina in Italia.
Il congresso arriva in un momento cruciale: l'accelerazione digitale nel settore sanitario, imposta in parte dalla pandemia da Covid-19, ha evidenziato quanto sia strategico disporre di strumenti tecnologici avanzati per migliorare l'accesso alle cure, abbattere le diseguaglianze territoriali e ottimizzare la gestione delle risorse sanitarie.
Tra gli argomenti principali in agenda figurano: l'interoperabilità dei sistemi, la privacy e la sicurezza dei dati sanitari, le nuove competenze richieste al personale sanitario, il ruolo dell'intelligenza artificiale nella diagnostica a distanza, e l'integrazione tra medicina di base, ospedaliera e domiciliare grazie alle tecnologie digitali.
Ma se a Bologna si guarda al futuro, in alcune regioni d'Italia, e in particolare in Sicilia, la realtà è ancora drammaticamente arretrata. Nonostante i fondi stanziati dal PNRR per la digitalizzazione della sanità e i numerosi annunci di intenti da parte delle istituzioni regionali, l'isola continua a scontare ritardi strutturali, progettuali e organizzativi.
Secondo recenti dati, la Sicilia è tra le ultime regioni italiane per numero di servizi di telemedicina realmente attivi.
In molte aziende sanitarie mancano ancora le infrastrutture tecnologiche di base, mentre quelle esistenti non sono integrate tra loro, rendendo inefficace qualsiasi tentativo di gestione telematica del paziente.
A pesare in maniera decisiva sono state le scelte della politica regionale, spesso incoerenti e disorganiche. La frammentazione delle competenze, la mancanza di una regia unitaria, l'affidamento di progetti a soggetti privi di esperienza, l'assenza di un piano regionale condiviso e trasparente: sono questi alcuni dei fattori che hanno determinato il fallimento, o la mancata attuazione, di numerose iniziative.
Un esempio emblematico è rappresentato dal progetto regionale di telemedicina domiciliare, annunciato con enfasi nel 2022, ma mai decollato per l'assenza di formazione specifica, strumenti adeguati e interoperabilità tra piattaforme.
Il risultato drammatico è che migliaia di cittadini siciliani, soprattutto anziani e residenti in aree interne o disagiate, non possono oggi usufruire di servizi essenziali che altrove sono ormai uno standard, come il teleconsulto medico, il monitoraggio a distanza delle patologie croniche o l'accesso digitale alla cartella clinica.
Il Convegno di Bologna rappresenta dunque un appuntamento fondamentale non solo per celebrare i successi delle regioni più virtuose, ma anche per rilanciare il dibattito sull'urgenza di colmare il divario digitale e sanitario tra Nord e Sud.
Un'opportunità che la Sicilia non può permettersi di perdere, pena la definitiva marginalizzazione nel panorama sanitario nazionale oltre a sprechi enormi di risorse pubbliche: non a caso dalla nostra consorella Sudpress che si occupa di giornalismo d'inchiesta cominciano a chiederci informazioni sul tema.