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Ad Augusta la CO₂ si discioglie in mare e migliora le acque portuali

07-06-2025 06:00

Desirée Miranda

Apertura,

Ad Augusta la CO₂ si discioglie in mare e migliora le acque portuali

Ricerca e innovazione si incontrano ad Augusta: due studi promuovono la tecnologia Limenet per il sequestro di CO₂ in mare

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Che i mari assorbano anidride carbonica non è una novità. 
Che siano in grado di immagazzinarne di più e meglio attraverso un processo artificiale con un intervento chimico controllato non solo è una novità, sembra anche una conquista. 
Così si ottiene un duplice obiettivo: si contribuisce a migliorare la qualità dell’aria, che viene purificata dalla CO2, e dell’acqua del mare, a cui invece viene ridotta l’acidità, E Augusta, in provincia di Siracusa, ne è protagonista.

 

Questo processo di immagazzinamento dell’anidride carbonica nel mare, disciogliendola nell’acqua, è l’idea della start up Limenet. Due gli impianti in cui è attiva dal 2023: uno a La Spezia, uno ad Augusta.
Qui l’azienda, dal settembre 2024, ha avviato il sito più grande al mondo per il sequestro di CO2 in mare.

 

In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, l’8 giugno, l’azienda annuncia che due studi validano la sicurezza della tecnologia per lo stoccaggio della CO₂ in mare e la tutela degli ecosistemi marini. Soprattutto nelle zone portuali.

 

Il primo studio è stato condotto nel 2024 a La Spezia in collaborazione con l'Università di Milano-Bicocca. Il secondo è stato condotto sulle acque prodotte dall'impianto operativo di Augusta con il supporto dell'Istituto per le Risorse Biologiche e Biotecnologie (IRBIM) del CNR di Messina.

 

E se duplice è lo studio, duplice è anche la conquista positiva per l’azienda e per l’ambiente.

Dallo studio fatto a La Spezia emerge che trattamenti come quello sviluppato da Limenet, basati su soluzioni a pH equilibrato, possono contribuire a rendere più stabili e resilienti le comunità di fitoplancton, soprattutto in ambienti portuali, supportando il sequestro del carbonio e contrastando l'acidificazione. 

 

"L'oceano assorbe naturalmente CO₂, abbassando il pH e creando un ambiente più acido, che mette a rischio gli equilibri dell'ecosistema marino. Per questo è stato fondamentale verificare, attraverso analisi approfondite, che la soluzione sviluppata da Limenet non danneggiasse organismi essenziali alla base della rete alimentare, come il plancton, e componenti fondamentali del benthos, cioè specie che vivono sui fondali marini e ne controllano la struttura. 

 

Il nostro esperimento ha dimostrato che non solo non vi sono effetti negativi, ma che questa tecnologia può apportare benefici concreti alla salute dell'ambiente marino contrastandone l’acidificazione”. Lo afferma la professoressa Daniela Basso, docente all'Università degli Studi di Milano-Bicocca e scientific advisor di Limenet, che ha partecipato direttamente alla ricerca.

 

E se a La Spezia si è verificato che le specie marine non fossero danneggiate, ad Augusta i test si sono concentrati sui campioni di acqua, dopo trattamento con la tecnologia sviluppata da Limenet. L’obiettivo era verificare la possibile tossicità su diverse specie marine.


I dati completi degli studi saranno pubblicati prossimamente su riviste internazionali di settore, ma dall’azienda fanno sapere che già i risultati preliminari sono molto promettenti. 

 

“L'acqua trattata e rilasciata dal processo Limenet non provoca, nelle concentrazioni analizzate, effetti negativi su nessuno degli organismi indicatori, appartenenti ai differenti livelli evolutivi in studio”, sottolineano Simone Cappello e Maria Genovese, ricercatori del CNR.

 

"In questi primi 2 anni di vita siamo cresciuti molto, e molto velocemente, abbiamo venduto i primi crediti di CO2 equivalenti a 1.000 tonnellate di emissioni negative grazie all'accordo con KlimaDAO. Inoltre - afferma Stefano Cappello, CEO & Founder di Limenet - grazie alla collaborazione con l'Autorità Di Sistema Portuale del Mar di Sicilia Orientale, abbiamo avviato il primo progetto in Italia, e tra i primi al mondo, di rimozione della CO2 dall'aria e del suo stoccaggio nel mare tramite i bicarbonati di calcio potendo iniziare così a fare la nostra parte nella grande partita della decarbonizzazione”.

 

“Il nostro impianto di stoccaggio ad Augusta è oggi uno dei pochi al mondo certificati secondo lo standard ISO 14064-2 da un ente terzo, RINA. Inoltre, abbiamo registrato il progetto su Isometric, garantendone la conformità agli standard internazionali e assicurando trasparenza e tracciabilità ai nostri crediti di carbonio" – prosegue Stefano Cappello. 

 

"Ora i risultati positivi ottenuti da queste due ricerche ci dimostrano ancora una volta che stiamo andando nella giusta direzione. Siamo quindi fermamente convinti di continuare ad unire innovazione e rigore scientifico, con la certezza che la ricerca sia uno strumento fondamentale per affrontare la crisi climatica e costruire soluzioni concrete di adattamento e mitigazione."

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