
Parte da Palermo il nuovo programma di educazione finanziaria promosso da Amazon Italia. È Villa Niscemi a ospitare la prima tappa del roadshow nazionale "Econo.Mia", progetto realizzato in collaborazione con ActionAid e Le Onde Ets, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza economica e affrontare il tema della violenza di genere, in particolare in contesti di vulnerabilità.
Il programma è rivolto ai dipendenti di Amazon in Italia e alle loro famiglie, e mira a fornire strumenti utili per la gestione delle finanze personali e familiari. L’iniziativa nasce dall’idea che l’educazione economico-finanziaria possa contribuire a rafforzare l’autonomia individuale e a ridurre situazioni di dipendenza economica.
Il progetto attraverserà nei prossimi mesi alcune aree italiane in cui Amazon è presente con i propri centri logistici. Il punto di partenza è la Sicilia, dove l’azienda opera con due sedi a Palermo e Catania. Alla prima tappa hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore all’Innovazione digitale del comune di Palermo Fabrizio Ferrandelli, la responsabile del deposito Amazon di Palermo Maria Chiara Pappalardo, la responsabile Programmi di ActionAid Italia Sabrina Liberalato e la collaboratrice di Le Onde Ets Maria Grazia Patronaggio.
"Econo.Mia" propone video lezioni e materiali destinati alla formazione economica di base, con contenuti su pianificazione del budget familiare, definizione degli obiettivi finanziari e prevenzione dalle truffe. Parte del programma è dedicata anche a temi strutturali, come la disuguaglianza di genere e la violenza economica, intesa come limitazione dell’autonomia finanziaria all’interno delle relazioni.
Amazon ha commissionato un’indagine all’istituto Swg per analizzare il livello di alfabetizzazione economico-finanziaria in Italia. Dalla ricerca emerge che il 34% del campione presenta una bassa consapevolezza finanziaria, percentuale che sale al 42% tra le donne. Tra le coppie in cui entrambi i partner lavorano, due donne su cinque risultano a rischio di dipendenza economica dal partner, mentre il 35% riferisce un controllo eccessivo da parte del partner sulle finanze condivise.
Gli uomini tendono ad associare il denaro a "soddisfazione" (60%) e "opportunità" (55%), mentre il 41% delle donne riporta stress e fatica nella gestione delle finanze. Solo un intervistato su tre dichiara di sapere spiegare correttamente concetti come "RAL", "inflazione" o "tasso di interesse".
Il desiderio di acquisire competenze è diffuso: tra le donne, il 31% vorrebbe approfondire il tema degli investimenti personali, il 30% indica la gestione fiscale, e il 28% la gestione del bilancio familiare.
"Amazon ha deciso di aderire a questo progetto perché parità di genere, inclusione e rispetto delle esigenze individuali sono principi centrali per l’azienda – afferma Maria Chiara Pappalardo –. In Italia abbiamo 19mila dipendenti a tempo indeterminato, una comunità ampia e diversificata per età, genere ed estrazione. Promuovere conoscenze economiche significa fornire un supporto pratico alla crescita personale e professionale".
Per Fabrizio Ferrandelli, "questo appuntamento rappresenta una modalità nuova per integrare il tema dei diritti con quello dell’innovazione. Le tecnologie possono creare reti di collaborazione anche nel terzo settore, e progetti come questo dimostrano che è possibile fare sistema tra istituzioni, imprese e realtà sociali".
Secondo Sabrina Liberalato, "l’obiettivo è fornire strumenti efficaci per aumentare la consapevolezza delle proprie risorse e della gestione finanziaria, condizione essenziale per accedere a una reale autonomia. L’ambiente lavorativo può rappresentare un luogo di osservazione e di intervento, capace di offrire percorsi di crescita a chi si trova in situazioni di fragilità.
La violenza economica, spesso poco riconosciuta, può variare da limitazioni d’accesso alle risorse fino al blocco totale della libertà economica. Tra le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza, il 60% è economicamente dipendente dal partner".
Secondo Maria Grazia Patronaggio, la collaborazione tra aziende e centri antiviolenza è un tassello importante: "Una parte del percorso di uscita dalla violenza passa attraverso la riacquisizione dell’autonomia economica. Offrire strumenti come tirocini e percorsi formativi può facilitare l’ingresso o il rientro nel mercato del lavoro. Le donne mostrano oggi maggiore consapevolezza rispetto alla propria posizione e alle possibilità di cambiamento, anche in termini professionali".