
Se il tumore del colon-retto è capace di eludere le difese naturali del corpo, è grazie all'enzima SETD8. Sarebbe infatti lui il responsabile della "disattivazione" della proteina p53, un'importante barriera naturale contro la crescita tumorale. La scoperta arriva da un recente studio condotto dall'Università degli Studi di Palermo, pubblicato sulla rivista Molecular Cancer (Nature press), che ha svelato come questo meccanismo avvenga principalmente nelle cellule staminali tumorali e nei macrofagi, alcune delle cellule immunitarie coinvolte nella progressione del cancro.

Il team di ricerca ha identificato che SETD8, attraverso un processo di metilazione sulla lisina 382 di p53, ne impedisce l'attività protettiva. Questo fenomeno si verifica in particolare nelle cellule staminali tumorali del colon-retto (CR-CSC) e nei macrofagi associati al tumore (TAM), contribuendo alla loro capacità di invadere i tessuti circostanti e di favorire un ambiente pro-tumorale. Come si legge nello studio, "Mechanisms of p53 inactivation in colorectal cancer (CRC) cells and tumor-associated macrophages (TAM) are not fully understood. Here, we demonstrate that p53 is inactivated by SETD8-mediated methylation on lysine 382 (p53K382me1) in colorectal cancer stem cells (CR-CSCs) and in C1Q+ TPP1+ macrophages (TAM M2)."
La scoperta non si limita solo alla comprensione del meccanismo molecolare. La ricerca suggerisce infatti che il targeting del SETD8, per riattivare la proteina p53, potrebbe rappresentare una strategia terapeutica efficace contro il tumore. "Riattivare la proteina p53 potrebbe rappresentare una strategia efficace per bloccare la crescita tumorale", affermano la prof.ssa Matilde Todaro, del Dipartimento PROMISE dell'Università di Palermo, e la prof.ssa Veronica Veschi, della Sapienza di Roma. Il trattamento con inibitori di SETD8 in combinazione con anticorpi contro il recettore dell'IL-6 ha mostrato effetti promettenti in modelli animali, riducendo la crescita tumorale e la formazione di metastasi.

Questi risultati sono particolarmente rilevanti considerando che il tumore del colon-retto è una delle principali cause di morte per cancro nei Paesi occidentali, con un tasso di mortalità che continua a rimanere alto, nonostante i progressi nella diagnosi e nelle terapie. In Italia, infatti, la probabilità di sviluppare questa malattia è superiore al 5% per gli uomini e al 3% per le donne, e il tumore del colon-retto rappresenta oltre il 12% di tutte le diagnosi oncologiche.
Il progetto di ricerca, che ha beneficiato del supporto dell’AIRC e dei finanziamenti del PNRR per la Medicina di Precisione, è stato realizzato da un team di esperti italiani e internazionali. Tra i protagonisti di questo lavoro ci sono la prof.ssa Matilde Todaro e il prof. Giorgio Stassi dell’Università di Palermo, insieme a ricercatori del Dipartimento PROMISE e del Dipartimento Me.Pre.C.C., nonché a collaborazioni internazionali, tra cui l’Ospedale Villa Sofia-Cervello e il National Cancer Institute degli Stati Uniti.
Questi risultati aprono la strada a nuove possibilità di trattamento per i pazienti affetti da tumore del colon-retto, proponendo un futuro in cui la medicina personalizzata, grazie alla comprensione di meccanismi molecolari come quello descritto, possa migliorare significativamente le prospettive di cura.