
Valutare l’esposizione degli alunni e degli insegnanti agli inquinanti presenti negli ambienti scolastici indoor e indagare il legame tra qualità dell’aria e salute: è questo l’obiettivo centrale del progetto MISSION, promosso dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano complementare al PNRR (PNC-E.1).
La finalità è ridurre i rischi sanitari associati all’inquinamento atmosferico nelle aule scolastiche, attraverso un approccio integrato che combina monitoraggio sanitario, ambientale e azioni migliorative mirate.
La fase attualmente in corso prevede un doppio tracciamento. Da un lato, la raccolta di dati sanitari tramite questionari e test clinici rivolti ad alunni e insegnanti; dall’altro, un monitoraggio ambientale all’interno delle classi, incentrato su parametri chimici, microbiologici e fisici. L’intervento punta a generare un quadro completo dell’esposizione, elemento essenziale per la valutazione del rischio e per la progettazione delle successive misure correttive.
La seconda fase del progetto, denominata “fase migliorativa”, sarà attivata nel corso dell’anno scolastico 2025/2026 e interesserà le stesse aule già coinvolte nella prima fase. In questa fase saranno installati dispositivi per il miglioramento della qualità dell’aria – tra cui sistemi dosimetrici – e verranno ripetuti i monitoraggi ambientali e sanitari, con l’obiettivo di misurare l’efficacia degli interventi effettuati. I risultati contribuiranno ad aggiornare le evidenze scientifiche disponibili e saranno la base per la definizione di linee guida operative sul miglioramento della qualità dell’aria nelle scuole.
L’inquinamento indoor è oggi riconosciuto come un fattore di rischio sanitario rilevante, responsabile – secondo le stime – di circa due milioni di morti premature all’anno in Europa. Gli agenti inquinanti, di natura chimica, fisica e biologica, possono influire negativamente non solo sulla salute ma anche sul benessere e sul rendimento, soprattutto in ambienti ad alta densità di persone come le scuole.
Le evidenze scientifiche mostrano che condizioni ambientali sfavorevoli nelle aule compromettono la salute respiratoria e lo sviluppo dei bambini, un gruppo particolarmente vulnerabile all’esposizione prolungata. Tra i contaminanti più critici figura il radon, gas radioattivo naturale la cui presenza negli ambienti chiusi è sotto costante osservazione.
Nel territorio di Catania sono stati selezionati quattro istituti scolastici: l’I.C. “C. Battisti”, l’I.C. “Rapisardi-Alighieri”, l’I.C. “S.G. Bosco” e l’Istituto Omnicomprensivo “Pestalozzi”. Le attività operative sono condotte dall’UOC Igiene Ambienti di Vita (SIAV) e dall’UOC Laboratorio di Sanità Pubblica, entrambe afferenti al Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Catania.
Il progetto è finanziato con un investimento complessivo di 2.099.725,98 euro e coinvolge sei Regioni: Lombardia (capofila), Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Toscana. In ciascun territorio sono attive unità operative con competenze sanitarie, ambientali e di ricerca, tra cui ASP, ARPA, università e istituti del CNR.
In Sicilia, oltre all’ASP di Catania, partecipa l’Istituto di Farmacologia Traslazionale del CNR di Palermo. MISSION si colloca nella Linea di supporto centrale n. 8 del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, che prevede la definizione di un piano nazionale per la qualità dell’aria indoor.
Una componente rilevante del progetto riguarda la disseminazione scientifica e il trasferimento delle conoscenze. Le metodologie adottate per il monitoraggio ambientale e sanitario, così come i risultati degli interventi di mitigazione, saranno diffusi presso stakeholder istituzionali, operatori del settore e comunità scolastiche.
L’obiettivo è facilitare la replicabilità delle buone pratiche e l’adozione di standard omogenei a livello nazionale. In questa direzione si muove anche la piattaforma informatica del progetto, che renderà disponibili alcuni dati in modalità open access, nel rispetto dei principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable).